Pochi cassonetti per la tanta pattumiera prodotta in zona. A riempirli sono anche gli ambulanti del vicino mercato di piazza Foroni. Ma non solo loro. Tra i commercianti della via qualcuno nel mucchio ci butta di tutto senza preoccuparsi di differenziare
Di certo non occorre andare a Napoli per vedere grossi
accumuli di pattume lungo le strade. Basta farsi, ad esempio, un giro in
Barriera di Milano. Zoom putato su via Scarlatti dove il problema salta agli
occhi ogni giorno perché le schifezze si accumulano fuori e dentro i cassonetti.
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La raccolta differenziata? In via Scarlatti non se ne parla |
Pochi e sempre straripanti come un fiume in piena che rompa gli argini e invada
l’abitato. Undici in tutto per i residenti di almeno dieci palazzi, i negozi
che si affacciano sulla via e gli ambulanti dei 170 banchi raccolti nell’area
mercatale che ha il suo cuore in piazza Foroni. “Davvero pochi – commenta Alberto,
che abita a pochi isolati da qui -. Tutto intorno ce n’è almeno uno per portone.
Per fortuna, se non altro, passano a scaricarli quasi tutti i giorni”. Stranezze
inspiegabili, forse dettate dal caso e non da un motivo preciso.
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Cassonetti di vecchia generazione, straripanti di immondizia |
Una sola cosa è certa che il sabato pomeriggio soprattutto,
dopo un’intensa giornata di mercato, la via intitolata al noto compositore barocco,
sembra una discarica abusiva. Indumenti, carta straccia, plastica, rifiuti organici,
qui tutto è mescolato alla faccia della raccolta differenziata. Nel mucchio indistinto
spuntano pure un monopattino rotto e un monitor di una vecchia tv. E poi i
cassonetti sono ancora quelli in plastica, di moda tanti anni fa: “Che
aspettano a sostituirli con quelli più grandi, in acciaio, di nuova generazione?
– aggiunge Alberto -. Quelli che i camion possono agganciare facilmente”. Già, l’idea
forse non dispiacerebbe affatto agli stessi operatori dell’Amiat che ogni
volta, raccontano i residenti, in mezzo a questa babele di porcherie, invocano
con forza e poca fede il Signore e la Madonna. Ma qui neanche i santi
evidentemente vogliono intervenire per risolvere il problema.

Certo, il rispetto è quello che spesso manca. E allora non c’è
da stupirsi che la macelleria getti tra i rifiuti i resti di carne e la
panetteria i sacchi contenenti anche l’impasto avanzato, entrambi sono negozi
marocchini ma, inutile dirlo, le regole devono valere per tutti. Per gli
italiani, per gli stranieri, per chi la pattumiera la produce e per chi la deve
raccogliere. Eppure il mese scorso, un vecchio mobile, l’Amiat, l’ha dovuta
aspettare per almeno tre settimane e quando alla fine gli operatori sono venuti
a prenderselo ormai era già stato fatto a pezzi da qualche barbaro, sempre in
cerca di qualcosa da devastare nelle ore più scure del giorno.
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