martedì 10 marzo 2015

SOS DEGRADO IN VIA LAURO ROSSI

“Caro assessore, contro il degrado, ormai intollerabile in periferia, che cosa intende fare il Comune?” Il Comitato Barriera di Milano lancia l’allarme mentre il centro cittadino si prepara ad accogliere in grande spolvero eventi ed ospiti importanti

Segnalazione su segnalazione. E poi a forza di insistere l’Amiat, alla fine, forse passa anche nei posti dimenticati da chi siede nella stanza dei bottoni. “Ma occuparsi del degrado e fare continue telefonate per chiedere interventi di pulizia non è compito dei cittadini” si sfoga Angelo Martino del Comitato Torino Nord Barriera di Milano che, impegnato da anni a combattere contro l’incuria e l’abbandono nel quartiere, di nuovo non ha l’intenzione di gettare la spugna. “Per questo voglio ricordare all’assessore Tedesco che le istituzioni dovrebbero rimboccarsi le maniche e darsi da fare preventivamente in modo da evitare le criticità” continua indignato, chiamando in causa la diretta interessata a Palazzo civico. E va da sé che non sta parlando di un noto connazionale della Merkel (la cancelliera questa volta proprio non c’entra). Senza troppi giri di parole, Martino si rivolge, infatti, all’assessore responsabile della Polizia municipale e delle Politiche per la sicurezza ovvero Giuliana Tedesco, chiedendole di essere più “vigile” su tutto il territorio e meno condizionata dalla visione centrocentrica della città.
Perché mentre il centro trepida e si mantiene in forma per accogliere, tra l’Ostensione della Sindone, Torino Capitale europea dello Sport e Expo 2015, un ricco calendario di eventi e ospiti illustri come il Santo Padre e il Presidente della Repubblica, la periferia arranca e si presenta perlopiù in pessimo stato. Di sicuro il viaggio di Papa Francesco e di Sergio Mattarella la tappa in via Lauro Rossi, all’altezza di via Fossata 88, non la prevede. Qui c’è una delle tante pattumiere en plein-air della zona. Esattamente dove una volta, fino a qualche anno fa, Ettore Carlini aveva l’azienda di macchine agricole, autoricambi e utensili vari.
Per entrare non occorre suonare al citofono. Una piccola spinta al cancello e, blam, ecco che la porta è subito aperta e, senza troppi complimenti, si accomoda chi vuole. Il rumeno con la bici, lo ha raccontato lui stesso a Martino, preferisce pernottare in questo “hotel” privo di stelle piuttosto che al dormitorio della Pellerina.

Infatti, nel cortile c’è anche un materasso a cielo aperto da cui le stelle, quelle del firmamento, si possono comodamente vedere mentre, intorno, poche sedie sgangherate, disposte in ordine sparso, completano l’arredo. Tutto su un tappeto di vetri rotti, carta straccia, qualche siringa, frammenti di gommapiuma, un frigo smontato in tante parti e cumuli di rifiuti eterogenei tra i quali fanno capolino pure i vecchi tetti ondulati in eternit. “Chissà quanto amianto nascosto c’è in questo vecchio stabilimento - fa notare il cittadino del Comitato -. Ma il Comune che aspetta a mettere in sicurezza il sito?”.
Al primo piano, dove un tempo erano ospitati gli uffici, abita Sala, un marocchino di quarant’anni, molto affabile, che si è trasferito a Torino all’inizio del 2000, con la speranza che il nuovo millennio per lui fosse di buon auspicio. Invece no. Dopo anni di lavori saltuari ai mercati generali, non gli è rimasto che andare a vendere cianfrusaglie nei mercatini. “Al suk guadagno solo pochi euro. Per questo vivo qui. Il proprietario lo sa e non mi dice niente - racconta -. Faccio anche le pulizie al ristorante senegalese in cambio di qualcosa da mangiare”.

Lo spazio è immenso. Già l’ingresso non ha nulla a che vedere con la hall del Golden Palace ma ha tutte le carte in regola per essere una puzzolente discarica, perfetta nel suo genere. La fabbrica ormai sta cadendo a pezzi, i muri sono ancora tappezzati dalle insegne pubblicitarie dei tempi d’oro, per terra è il finimondo: i vetri delle finestre scricchiolano sotto le suole delle scarpe che inevitabilmente li calpestano. Quando piove questo diventa il refugium peccatorum ideale per chi ha bisogno di spararsi la solita dose in vena. “Un tempo mi drogavo anch’io ma poi ne sono uscito” confessa Sala mentre il suo sguardo indugia su una siringa che spunta in mezzo al gran casino. 
Ogni tanto con gli anfibi ai piedi un giro in periferia bisognerebbe farselo per capire meglio la città e i suoi problemi. Perché poco lontano dalle piazze auliche del centro c’è anche la Barriera sporca e sofferente. Che il Papa e il Capo dello Stato non dovranno vedere.

(Foto di Angelo Martino)

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