Profumo di donna in tutto il mondo in occasione dell'8 marzo. La bandiera rosa sventola ovunque contro ogni forma di violenza e per il raggiungimento di una vera parità. Celebrazioni anche in Asia, Africa e America latina

Così l’8 marzo si declina tutto al femminile a Roma come a
Parigi, Berlino, Copenaghen, Vienna, New York ma non solo. Nel mondo
occidentale e nelle ex Repubbliche socialiste sovietiche le celebrazioni in
onore del gentil sesso si rincorrono senza sosta al punto che l’elenco sarebbe
troppo lungo da scorrere per intero. E poi arrivano anche in Asia per
rallegrare le donne filippine, vietnamite e indonesiane. In Africa l’aria di
festa in rosa si respira nello Zimbabwe, in Kenia, nel Camerun, in Ruanda. Eventi
di ogni tipo vengono inoltre organizzati in America latina: ovunque è ben noto l’attivismo
delle signore peruviane che pertanto all’8 marzo non possono proprio dire di no,
in Messico per l’occasione sfilano addirittura i carri allegorici mentre in
Colombia gli uomini non sono ammessi ai festeggiamenti in gonnella.
Insomma, Lei (con la L maiuscola), bambina o adulta di ogni
età, è la protagonista assoluta da Oriente ad Occidente, da Nord a Sud, dallo
zenit al nadir. Lei che in tutte le sue forme è stata amata, cantata e
raffigurata dai più eccelsi artisti. “Se Dio non avesse fatto la Donna, non
avrebbe fatto il fiore” così poetava Oscar Wilde che forse non stava affatto
pensando alla mimosa. Già, perché la storia, sebbene con beneficio
d’inventario, vuole che la scelta dei mazzetti gialli, come simbolo della
ricorrenza in Italia, risalga al 1946 e sia da attribuire alle femministe
Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei in contrasto con la proposta del
vicesegretario del Pci Luigi Longo di regalare violette alle donne per
l’occasione. Secondo loro sarebbe stato più significativo abbinare l’8 marzo a
un fiore piuttosto umile e molto diffuso nelle campagne.

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