domenica 8 marzo 2015

UNA FESTA SENZA BARRIERE

Profumo di donna in tutto il mondo in occasione dell'8 marzo. La bandiera rosa sventola ovunque contro ogni forma di violenza e per il raggiungimento di una vera parità. Celebrazioni anche in Asia, Africa e America latina  

È una festa che parla di diritti, rievoca lotte e conquiste sociali ma che profuma anche di mimosa. Dovessimo assegnarle un colore, questo sarebbe senza alcun dubbio il giallo assoluto, raccolto in tanti piccoli bouquet che preannunciano la primavera. Per quanto riguarda la nazionalità invece potremmo affermare con certezza che non contano la religione, la lingua, la razza, il colore della pelle o il luogo di nascita. Perché la Festa della donna, di questo stiamo parlando, è ben più che una semplice ricorrenza da calendario, è la Giornata internazionale della donna, nata per contrastare qualsiasi forma di discriminazione, violenza e vessazione.
Così l’8 marzo si declina tutto al femminile a Roma come a Parigi, Berlino, Copenaghen, Vienna, New York ma non solo. Nel mondo occidentale e nelle ex Repubbliche socialiste sovietiche le celebrazioni in onore del gentil sesso si rincorrono senza sosta al punto che l’elenco sarebbe troppo lungo da scorrere per intero. E poi arrivano anche in Asia per rallegrare le donne filippine, vietnamite e indonesiane. In Africa l’aria di festa in rosa si respira nello Zimbabwe, in Kenia, nel Camerun, in Ruanda. Eventi di ogni tipo vengono inoltre organizzati in America latina: ovunque è ben noto l’attivismo delle signore peruviane che pertanto all’8 marzo non possono proprio dire di no, in Messico per l’occasione sfilano addirittura i carri allegorici mentre in Colombia gli uomini non sono ammessi ai festeggiamenti in gonnella. 
Insomma, Lei (con la L maiuscola), bambina o adulta di ogni età, è la protagonista assoluta da Oriente ad Occidente, da Nord a Sud, dallo zenit al nadir. Lei che in tutte le sue forme è stata amata, cantata e raffigurata dai più eccelsi artisti. “Se Dio non avesse fatto la Donna, non avrebbe fatto il fiore” così poetava Oscar Wilde che forse non stava affatto pensando alla mimosa. Già, perché la storia, sebbene con beneficio d’inventario, vuole che la scelta dei mazzetti gialli, come simbolo della ricorrenza in Italia, risalga al 1946 e sia da attribuire alle femministe Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei in contrasto con la proposta del vicesegretario del Pci Luigi Longo di regalare violette alle donne per l’occasione. Secondo loro sarebbe stato più significativo abbinare l’8 marzo a un fiore piuttosto umile e molto diffuso nelle campagne.  

E fu proprio per iniziativa del Partito comunista che più di vent’anni prima, nel 1922, s’iniziò a celebrare la Festa della donna qui da noi mentre negli Stati Uniti la giornata fu istituita il 28 febbraio del 1909 dal Partito socialista americano che in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del suffragio universale. Insomma non è assolutamente stato provato che le origini sarebbero da far risalire a un tragico incendio scoppiato all’interno della Cotton di New York, in cui avrebbero perso la vita 129 operaie tessili. Operaie che, come vuole la leggenda, stavano scioperando quando il proprietario decise di bloccare per ritorsione tutte le porte d’uscita dello stabilimento.

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